S. Sebastiano al Palatino

Edificata sulle rovine del tempio di Elagabalo, nota nel Medioevo come S.Maria in Pallara [dal Palladium posto nel tempio] è ricostruita nel 1624 da Luigi Arrigucci per Urbano VIII° conservando l'abside orignaria del secolo X°, dove sono collocati gli affreschi che risalgono alla chiesa primitiva, di notevole importanza, realizzati negli anni tra il 973 e il 999 per l’iniziativa di un privato, un Piero Medico. Un episodio di qualità nei quali già risiedono molti degli elementi che saranno caratteristici della pittura romana del secolo XI°. La decorazione del catino absidale, modellata sul mosaico paleocristiano dei Santi Cosma e Damiano rivela quella propensione antichizzante che, se era già una caratteristica della Roma del secolo IX°, avrebbe comunque costituito una delle componenti fondamentali della cultura pittorica della città tra l’XI° e il XII° secolo. L’affresco absidale di Santa Maria in Pallara, più che trovare una ragione al suo stile nella cultura pittorica dell’Italia settentrionale, può forse essere il sintomo di ciò che di nuovo quel periodo comunque significò per Roma sul piano degli stimoli a trovare il filo interrotto della continuità con il proprio passato, nella logica della rinascita dell’impero cristiano, ricalcato sui temi della vicenda costantiniana, che ebbe come protagonisti l’Imperatore Ottone III° e il pontefice Silvestro II°. L'interno è a navata unica. L'altare con preziose colonne di breccia corallina è dell'Arrigucci.